La nocciola piemontese è uno dei prodotti dell’eccellenza italiana.
Non solo può essere gustata nella sua squisita semplicità, ma è un ingrediente fondamentale per realizzare dolci e biscotti, i più famosi dei quali sono il cioccolato gianduia o il torrone.
In questa guida vi racconteremo quali sono le caratteristiche delle nocciole piemontesi, unica anche tra le nocciole, tanto da aver guadagnato la denominazione IGP.
Nocciola piemontese: una storia antica
Nell’Alta Langa del Piemonte si coltiva una varietà di nocciola famosa in tutto il mondo, che affonda le sue radici davvero nell’antichità.
Fin dai tempi degli antichi romani infatti non solo il nocciolo veniva già coltivato, ma era simbolo di grande benessere.
Il suo valore energetico del resto era ben noto, e quasi ogni famiglia ne aveva nel proprio terreno alcune piante.
Guardando alla storia della nocciola piemontese, sembra che anche questa pregiata varietà fosse già conosciuta.
Tuttavia, se alcune fonti ci hanno tramandato che da molti secoli questa pianta veniva coltivata, si dovette attendere fino alla fine del 19esimo secolo per dare alla nocciola piemontese un certificato di qualità.
Lo si deve ad Emanuele Férraris, che cominciò a studiare approfonditamente le caratteristiche di questi piccoli frutti.
Le caratteristiche delle nocciole piemontesi e il marchio IPG
Ciò che il professor Ferraris accertò fu che la pianta del nocciolo dell’Alta Langa godeva di una maggiore resistenza ai parassiti se paragonata non solo alle coltivazioni vicine (come quella della vite) ma anche a quella di altre varietà di nocciola stessa.
Inoltre la nocciola di questa zona è caratterizzata da un alto tasso di produttività.
Si cominciò quindi a puntare, da parte dei coltivatori della zona, sulla specializzazione della varietà migliore che potesse rispondere a tutti i più importanti requisiti e standard di eccellenza.
Nacque così definitivamente la varietà ‘tonda gentile trilobata’, che da allora rappresenta la punta della selezione.
L’Indicazione Geografica Protetta (IGP) le fu riconosciuta nel 1993, a testimonianza del primato regionale.
Quali sono le caratteristiche di questa varietà oggi tutelata, che devono essere sempre mantenute e rispettate tra l’altro per non perdere il riconoscimento?
- Il frutto si raccoglie in estate, tra agosto e settembre;
- la forma del frutto deve richiamare quella della sfera;
- la dimensione deve essere compresa tra un minimo di 17 mm e un massimo di 21 mm di calibro;
- il guscio non deve essere troppo lucido ma avere molte striature;
- la polpa deve essere soda;
- l’arome deve essere delicato ma allo stesso tempo permanere a lungo.
Quando i coltivatori commercializzano la nocciola, possono venderla sia intera (non sgusciata), sia sgusciata, e in questo caso può essere anche tostata. Ancora, si può vendere in farina o in granella.
Le proprietà nutritive della nocciola piemontese
Quando si parla della nocciola piemontese, non si può tralasciare di citare le cosiddette proprietà organolettiche.
Mangiare regolarmente nocciole infatti fa bene alla salute.
Il motivo risiede nell’alto contenuto di vitamine, in particolare di quelle del gruppo E, note per loro proprietà anti-ossidanti e di protezione cellulare.
Inoltre le nocciole contengono aminoacidi definiti essenziali, che servono alla costruzione delle proteine ma anche a garantire il corretto funzionamento del sistema nervoso.
Le nocciole terrebbero poi sotto controllo anche i livelli del colesterolo.
Grazie alla presenza dell’acido oleico, che è un acido grasso monoinsaturo, la componente ‘cattiva’ del colesterolo verrebbe mantenuta entro i limiti.
Questo permette alla componente ‘buona’ del colesterolo di svolgere la sua funzione, che è quella di proteggere i vasi sanguigni e di migliorare la circolazione.
L’importanza della nocciola per l’industria dei dolci
Come abbiamo anticipato all’inizio, la nocciola si rivela ingrediente fondamentale per la realizzazione di molti dolci, alcuni particolarmente noti.
La consacrazione definitiva come elemento imprescindibile per l’industria dolciaria si è avuta negli anni ’60, grazie alla collaborazione tra alcune grandi industrie del cioccolato e dei biscotti e i consorzi locali.
Dal punto di vista dell’apporto calorico però sarebbe sempre bene non eccedere, dato che per un solo etto di nocciole le calorie sviluppate sono ben 700.
Pe finire vogliamo parlarvi anche di una particolarità eco-sostenibile della nocciola.
Quando i frutti vengono sgusciati per la vendita, i gusci non sono macerati, ma costituiscono il combustibile ecologico dei più moderni impianti a biomassa. Riscaldarsi con i gusci di nocciola è anche economico.