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Per il 2018 si prevede un ritorno alla tradizione più classica
Ogni anno non è facile capire il trend turistico, un flusso difficile da interpretare a priori, ma, per alcuni aspetti, le opportunità di previsioni nelle richieste e volontà dei turisti in Italia, intendendo sia i viaggiatori italiani che il grandissimo numero di stranieri che scelgono il Belpaese per trascorrere un periodo di vacanza tra natura, arte e cultura, si può in qualche modo intuire con qualche accorgimento.
Sembrerà strano, ma non del tutto per una società oramai arrivata all’importante sigla di 4.0.
Ad esempio si possono utilizzare anche i dati analitici raccolti attraverso i social network, i forum d’opinione, i gruppi social in cui la discussione verte e si focalizza su temi di viaggio e volontà espresse nella ricerca di strutture alberghiere, prevedono per il 2018 una richiesta di tradizione alle strutture in cui l’essenza genuina e locale di un prodotto, di un piatto, di una ricetta, si esalta per gli aspetti bucolici e minimali, l’agriturismo.
Se i trend negli anni passati hanno determinato e focalizzato voglia di fusion, complici anche i programmi televisivi dedicata all’arte gastronomica, quindi il mixaggio della cucina tradizionale con quella internazionale, la voglia espressa dai turisti per il 2018 è quella di tornare alla purezza delle ricette nella loro storica essenza locale.
Quindi non più strani abbinamenti a tavola o esagerate fantasie ai fornelli: gli agriturismi nei prossimi mesi proporranno la cucina più tipica della loro zona d’appartenenza.
Un plauso a questa importante coscienza che esprime il senso d’appartenenza al territorio.
La tradizione a tavola negli agriturismi italiani
Da nord a sud, dal Trentino alla Sicilia, negli agriturismi 2018 si esalterà quindi la piena tradizione, la riscoperta delle ricette antiche anche sepolte sotto l’avanzata delle nuove tendenze gastronomiche, una sorta d’importante ‘archeologia gastronomica’ che sicuramente risulterà apprezzata ai turisti italiani e internazionali.
Proprio in questi importanti centri rurali, riqualificati anche sotto il profilo architettonico, dalle baite di montagna alle masserie pugliesi, ai trulli, ai dammusi siciliani, ai casali padani sino alle ville rurali del centro Italia, la riscoperta dei prodotti locali innalzerà il livello intrinseco delle offerte a tavola con una vera esplosione di sapori appartenuti al ‘libro segreto’ delle ricette della nonna.
Avviverà quindi un vero ‘boom’ turistico che rivolgerà grandi attenzioni ed aspettative proprio al lato più bucolico del turismo ‘slow’, quello che negli agriturismi si offre con strutture pronte all’accoglienza o alla semplice ristorazione impiegando le eccellenze, le tipicità del territorio d’appartenenza, un turismo che reclama il km. 0 a tavola e che riceverà ottime risposte a riguardo.
La via dei vini e dei sapori è sempre attuale
La metaforica via dei vini e dei sapori, quella sottile linea che collega pianure, colline, montagne, coste attraverso un percorso eno-gastronomico d’eccellenza, nel 2018 esalterà quindi la produzione locale, la riscoperta di piatti e vini dimenticati, piccole produzioni che esaltano l’antico sapere contadino di diverse zone rurali dell’Italia intera.
Sotto la voce ‘vini ritrovati’ i turisti potranno riscoprire vitigni e vinificazioni del passato, oggi rivalutate proprio e soprattutto grazie a questo clima ‘slow’, vitigni autoctoni che negli agriturismi rinascono con enfasi e decoro.
in questa categoria potrete quindi viaggiare alla scoperta del Pagadebit, vinificato con viti di Bombino bianco, un vino romagnolo riscoperto proprio nei centri di produzione, così come il Carmenère veneto, il Catarratto trapanese, o il Freisa piemontese, vere eccellenze di un territorio che si riscopre con orgoglio.
Così come a tavola negli agriturismi italiani del 2018 si potranno riscoprire gustose zuppe a base dell’antico Farro Monococco, o farro piccolo, le lenticchie di Altamura o di Castelluccio, tipiche nei territori umbri o pugliesi, i salumi prodotti con l’allevamento, ed in questo gli agriturismi sono oramai realtà consolidata, di mora romagnola o di cinto senese, così come molti formaggi prodotti in piccole realtà estrose oggi richiesti e apprezzati a tavola, come i formaggi, tra cui le tome, piemontesi stagionati nelle vinacce rosse, in grado di colorare il prodotto di tinte violacee particolari.
Una vera reinassance dei sapori dall’antipasto al dolce.
La tendenza 2018 si chiama anche solidarietà!
Questo aspetto è davvero positivo: molti turisti italiani e stranieri, ricercano strutture d’accoglienza nelle zone terremotate, un gesto per ridare fiato ad un’economia azzoppata dai recenti cataclismi tellurici nel centro Italia.
La solidarietà oggi è orgogliosa, quindi punta non solo alla mutua assistenza ma a ripristinare l’economia locale dando possibilità di lavoro proprio a queste strutture rurali che con grande orgoglio ricercano una nuova via di ripresa tramite uno starter fondamentale per le economie rurali.
Dall’Umbria al Lazio, gli agriturismi ancora in grado di offrire i propri servizi, stanno rialzando la testa grazie alle richieste turistiche che sentono il sentimento di solidarietà come un atto di fiducia per realtà in grado ancora una volta di offrire le loro eccellenze riscoprendo le piccole tradizioni di luoghi oggi quasi in ginocchio.
Un atto che in coro approviamo e sosteniamo, l’economia potrà riprendersi se si riprenderà l’economia rurale di tutta la Penisola, la base che stimola ogni comparto di un’Italia, non dimentichiamola, ricca di opportunità turistiche e eno-gastronomiche.
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